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Stoccafisso all'anconitana

Lo stoccafisso all’Anconitana è forse il piatto che più di tutti incarna la tradizione gastronomica anconetana. Per alcuni rappresenta proprio il suo simbolo culinario. In città esiste un'Accademia dello stoccafisso all'anconitana, che ne protegge la tradizione. Ma come mai una città di mare come Ancona ha il suo piatto forte a base di pesce dei mari del nord? Perché fin dai tempi antichi le navi anconetane si spingevano nelle città nordiche e con loro stringevano rapporti commerciali. Lo stoccafisso nei lunghi viaggi di ritorno veniva caricato in grandi quantità. Il piatto si caratterizza per una lunghissima cottura e per la presenza di patate tagliate in pezzi grossi. Fondamentale, per la buona riuscita è l'abbondante presenza di vino e olio di frantoio.

I Vincisgrassi

Altro piatto caratteristico della cucina anconetana, forse meno noto dello stoccafisso, sono i Vincisgrassi. Si tratta di un primo piatto a base di sfoglia di pasta all'uovo, tagliata a pezzi rettangolari bolliti e disposti su una teglia a strati: tra uno strato e l'altro si mette ragù di carne e besciamella. Il tutto va poi cotto al forno. Si tratta di un piatto che veniva, ma anche oggi è un po' così, preparato nei giorni di festa. Secondo la tradizione il nome del piatto deriverebbe dal fatto che una cuoca lo preparò in onore del generale austriaco Alfred von Windisch-Graetz che avrebbe combattuto e vinto nell'assedio di Ancona del 1799, che vedeva contrapposte le truppe austro-russo-turche contro quelle napoleoniche.

La Cicerchiata

Caratteristico dolce del carnevale, la Cicerchiata è un prodotto tipico dell'anconetano, diffuso un po' in tutte le Marche, a base di farina, uova e, in alcune varianti, con burro o olio d'oliva, zucchero, liquore o succo di limone. Dall'impasto si ricavano numerose palline di circa un centimetro di diametro da friggere nell'olio d'oliva o nello strutto. Una volta fritte vanno scolate e mescolate con miele bollente e ammucchiate. Il miele raffreddandosi fa da cemento unendo le palline fra loro. Il piatto e con lui il suo nome avrebbero origini medievali e deriverebbe dalla cicerchia, un legume simile al pisello e al cece molto diffuso all'epoca nella zona delle Marche e ancora oggi coltivato nel centro Italia.





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