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Risotto al Tastasal

Uno dei piatti che rappresentano storicamente la cucina veronese è senza dubbio il riso al tastasal. Una pietanza che racchiude in sé quanto di buono può offrire il territorio veronese. Il riso, innanzitutto, che deve essere rigorosamente Vialone Nano Igp, quello che si coltiva nel veronese e anche nel vicino territorio mantovano. Il tastasal con ci il riso viene condito è un impasto di carne fresca di maiale macinata, salata e insaporita con pepe nero, lo stesso impasto, per intenderci, con cui viene realizzata la soppressa. Nei secoli scorsi le massaie veronesi preparavano questo tipo di risotto per assaggiare la pasta dei salumi prima di insaccarli. Il nome, tastasal, deriva proprio da "tastare", assaggiare e in dialetto diventa tastasal.

Bollito e Pearà

Il bollito di carni miste accompagnato dalla Pearà per i veronesi è, da sempre, il piatto delle feste. Si tratta di una salsa realizzata con pane grattugiato, brodo e midollo di bue caratterizzata da un sapore delicato ma reso piccante dalla cospicua aggiunta di pepe: da qui il nome "pearà". Le origini del piatto sono contadine. Secondo una leggenda a inventarla fu il cuoco di corte di Alboino, re dei Longobardi. Si narra che il cuoco avesse bisogno di un cibo capace di rigenerare le forze a Rosmunda che, divenuta contro il suo volere la moglie del re, non mangiava più dopo essere stata costretta a bere dal cranio, trasformato in coppa, del padre Cunimondo ucciso in battaglia dallo stesso Alboino. Il vino ideale per il bollito con la pearà è il Valpolicella.

Il Pandoro

Il pandoro è, insieme all’arena, universalmente riconosciuto come uno dei simboli di Verona. Allo stesso tempo è anche, insieme al panettone, uno dei dolci tipici del Natale. Ha la forma di un tronco con base a stella e la sua pasta è soffice e dorata: da qui il nome pan de oro. Prepararlo richiede molto tempo e diverse fasi. Per prepararlo si utilizzano farina, zucchero, uova, burro, burro di cacao, lievito e zucchero a velo. Dal punto di vista storico le prime tracce del pandoro risalgono all'epoca degli antichi romani e ne fa menzione Plinio il Vecchio. In tempi più recenti, sembra che il dolce fosse presente, intorno al 1200, sulle tavole dei nobili veneziani e venisse chiamato "pan de oro". La ricetta moderna risale al 1894 quando Domenico Melegatti, fondatore dell'omonima ditta dolciaria veronese, depositò il brevetto della ricetta.





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